mercoledì 6 maggio 2009

IL CONFORMISMO

Il termine conformismo indica una tendenza a conformarsi ad opinioni, usi e comportamenti già definiti in precedenza e politicamente o socialmente prevalenti.
In ambito sociale si definisce conformista colui che, ignorando o sacrificando la propria libera espressione soggettiva, si adegua e si adatta nel comportamento complessivo, sia di idee e di aspetto che di regole, alla forma espressa dalla maggioranza o dal gruppo di cui è parte. Questo atteggiamento viene definito in psicologia con il termine conformità. L'origine del conformismo risiede in una sorta di comportamento mimetico: l'individuo si nasconde nell'ambiente sociale nel quale vive, assumendone i tratti più comuni, in termini di modi di essere, di fare, di pensare. Il senso di protezione che ne deriva rafforza ulteriormente i comportamenti conformisti.
L'antropologo francese René Girard ha svolto uno studio approfondito delle dinamiche di imitazione reciproca tra gli esseri umani, che a livello sociale conducono appunto al conformismo e ad altri automatismi di notevole importanza. Nel quadro teorico di Girard, l'imitazione è la caratteristica fondamentale dell'essere umano (teoria mimetica). Girard rivela quindi che dietro ogni pretesa di anticonformismo si nasconde un altro comportamento conformista:[1] l'anticonformista, che non sopporta di ammettere la sua somiglianza con gli altri esseri umani, si appoggia alla massa per sollevarsi al di sopra di essa, ma in questo movimento si lascia ispirare (imita, si conforma a...) quegli "anticonformisti" che lo hanno preceduto, nel suo o in altri campi e inoltre dimostra la sua dipendenza da quella massa che disprezza tanto: senza massa da cui distinguersi, non si ha niente da cui distinguersi.

Tipi di Mass media

I mezzi di comunicazione di massa sono i seguenti:
La televisione : in sigla TV da un punto di vista sociologico è uno dei mezzi di comunicazione di massa tra i più diffusi e apprezzati e naturalmente anche tra i più discussi . Dal punto di vista del pubblico, la semplicità d'uso e l'attuale basso costo l'hanno portata ad affiancare sempre più efficacemente la stampa e la radio come fonte di informazione e soprattutto di svago grazie agli innumerevoli spettacoli offerti. Da un punto di vista tecnologico la televisione è invece un'applicazione delle telecomunicazioni.




La radio : Negli anni '20 inizia a concretizzarsi l'idea di diffondere contenuti sonori alle masse: nasce la radio come mezzo di comunicazione di massa. Il termine tecnico per una tale diffusione è broadcasting, tale termine sta infatti ad indicare una comunicazione unidirezionale da uno verso molti. In breve tempo, la radio si diffonde in maniera così rapida che negli Stati Uniti già nel 1922 si contano ben 187 stazioni, un pubblico in grande crescita ed un numero di ricevitori funzionanti che alla fine di quell'anno toccherà quota 750 mila. Nel 1921 viene fondata, in Gran Bretagna la più antica radio del mondo tuttora esistente: la BBC. È la prima radicale innovazione nelle comunicazioni di massa dopo l'invenzione della stampa e conosce subito un grandissimo successo, soprattutto in America e in Europa. Come sempre accade, la tecnologia, una volta messa a punto, genera nuovi contenuti, linguaggi, immaginari, ed anche produttori e prodotti, consumi e consumatori. Nei primi decenni di vita le trasmissioni avvengono in modulazione di ampiezza (AM). La radio inizialmente si diffonde nel mondo secondo due modelli: un modello completamente libero affidato all'iniziativa privata e che si finanzia con la pubblicità, e un modello monopolistico affidato allo Stato e gestito come servizio pubblico. Il primo modello si diffonde negli Stati Uniti e sarà preso d'esempio in America settentrionale, il secondo modello si diffonde nel Regno Unito e sarà preso d'esempio in Europa.

martedì 28 aprile 2009

Mass media e Conformismo

Con l’espressione “mass-media”, che letteralmente vuol dire “mezzi di massa”, s’intende l’insieme degli strumenti della comunicazione di massa, come cinema, televisione, manifesti, giornali, periodici, radio che consentono di comunicare un messaggio o un’informazione ad una massa di persone nello stesso tempo.
I moderni mezzi di comunicazione di massa sono un prodotto dello sviluppo del sistema produttivo industriale e del progresso tecnologico e, nella società di oggi, rivestono un’importanza fondamentale, tanto che, non di rado, sono al centro di dibattiti e di polemiche sul loro ruolo, sulla loro funzione, sui loro effetti sociali.
C’è chi mette in risalto la funzione di divulgazione culturale e di diffusione capillare dell’informazione ad opera dei “mass-media” e chi, invece, non manca di cogliere l’aspetto inquietante della manipolazione sempre possibile dell’informazione stessa, nonché della tendenza al conformismo e alla massificazione che i “mass-media” esaltano.
I moderni mezzi di comunicazione di massa sono stati resi possibili dallo sviluppo gigantesco dell’industria, che ha consentito la produzione su larga scala di manifesti, giornali e strumenti tecnici ed apparecchi come radio e televisioni. Ma la comunicazione di massa è stata resa possibile anche e soprattutto grazie all’imponente e strabiliante sviluppo tecnologico: gli eccezionali progressi, realizzati nell’elettronica e nella microelettronica, nei procedimenti di stampa, nel campo dei mezzi di trasporto, hanno consentito di ampliare a dismisura le potenzialità della comunicazione a distanza e a livello di massa.
Sono stati resi sempre più veloci i modi di produzione e di diffusione dei messaggi e delle informazioni, fino a consentire la diffusione ormai in tempo reale di una notizia da un punto del pianeta all’altro.
E’ all’epoca della invenzione della stampa che possiamo far risalire la storia della comunicazione di massa: quell’invenzione aveva modificato profondamente abitudini, costumi e sistema culturale. Il libro non era più un bene unico e il sapere si avviava a non essere più un privilegio: la stampa consentiva una diffusione e una divulgazione del sapere e delle informazioni a un livello sempre più ampio. Era già una sia pur rudimentale e lenta comunicazione di massa: una svolta epocale in termini di democratizzazione del sapere, modifica radicale delle attitudini mentali, con graduale coinvolgimento nei meccanismi delle scelte di potere, di strati sociali più ampi.
Un’altra rivoluzione, ma in tempi molto più brevi, la stanno compiendo i mezzi di comunicazione di massa dell’era della tecnologia: basti pensare a come sono profondamente mutati i costumi, le abitudini, la cultura, i linguaggi, in seguito all’affermazione della televisione.
Attualmente i “mass-media” si integrano in un sistema complesso, per cui diventa necessario parlare della comunicazione di massa nel suo insieme, per valutarne l’importanza nell’attuale società dei consumi.
I mezzi di comunicazione di massa costituiscono ormai un sistema globale integrato di comunicazione, che agisce da filtro tra noi e il mondo, tra noi e la realtà: l’individuo è portato a strutturare la realtà e a crearsi perfino un sistema di valori attraverso la televisione e gli altri mass-media: per cui la realtà è quella che si vede in televisione, la verità è quella che affermano i giornali, il bene consiste in ciò che emerge come tale dai mass-media.
I mass media hanno un potere notevole per quanto riguarda la possibilità di influire direttamente sulla società civile, tanto che né i poteri economico-finanziari né i partiti politici ed i sindacati ignorano il ruolo strategicamente decisivo dei mass-media nella società, per cui è conteso il loro controllo.
Le trasformazioni sociali indotte dallo sviluppo e dalla diffusione dei mass-media sono state notevoli. Innanzitutto è diventato possibile ampliare talmente la comunicazione, che si è realizzato un collegamento pressoché costante tra le varie parti del pianeta, con uno scambio continuo di esperienze tra culture diverse. Si è realizzata in questo modo una integrazione culturale dei popoli, con la trasformazione del mondo in un “villaggio globale”, in cui si diffondono mode e linguaggi comuni e le genti imparano a conoscersi sempre meglio. I mass-media hanno reso possibile la tempestività dell’informazione, diffusa oggi praticamente in tempo reale. Ciò ha recato indubbi vantaggi all’economia, alla gestione dei rapporti politici internazionali, alla cultura.
Il cittadino moderno medio è di gran lunga più informato, più aggiornato, più colto della società di un tempo.
I moderni “mass-media”, con la forza del loro impatto sul pubblico, specialmente con il linguaggio universale dell’immagine, hanno reso possibile pure una rapida divulgazione del sapere, sia pure in forma “standardizzata” e semplificata: televisione, radio, periodici hanno promosso approcci alla medicina, alla biologia, alle scienze naturali, facendo ricorso, per quanto possibile, al linguaggio comune.
Molti studiosi, nelle loro ricerche, hanno posto l’accento sui tanti effetti sociali negativi conseguenti alla diffusione dei moderni “mass-media”, a cominciare dalla forte capacità persuasiva di questi strumenti. E possibile infatti manipolare il contenuto dei messaggi a fini politici o economici, per creare comunque il consenso: ciò può avvenire in modo scoperto (basti pensare al ruolo dei mass-media nei regimi totalitari, dove censura e propaganda politica condizionano pesantemente gli operatori della comunicazione di massa), oppure in modo latente, grazie alle raffinate tecniche psicologiche, così da indurre comportamenti e modi di pensare conformi alle scelte politiche o economiche dei gruppi dominanti. I “mass-media”, in questo caso, sono dei potentissimi “persuasori occulti”, capaci di condizionare pesantemente la libertà di scelta e di pensiero dell’uomo moderno. L’invadenza dei mass-media nella nostra società è sempre evidente e tanta parte del nostro agire è il risultato di condizionamenti esercitati su di noi dalla pubblicità, dalla moda, dalla televisione.
Si può dire che il sistema globale dei “mass-media” produca conformismo, nel senso che vengono trasmessi alla società determinati valori, e accettati acriticamente dal pubblico.
Il fatto che “media” diversi possano comunicare contemporaneamente la stessa interpretazione di un fatto o di una vicenda, nonché gli stessi valori, contribuisce a far sì che il pubblico condivida gli stessi comportamenti e gli stessi gusti in una sostanziale uniformità ideologica.
La televisione, inoltre, privilegiando l’intrattenimento e la cultura d’evasione, tende a trasformare tutto in spettacolo: politica, informazione, letteratura, sport; anche il dolore, la tragedia, la sofferenza rischiano di diventare in televisione oggetto di spettacolo. Questa tendenza alla “spettacolarizzazione” privilegia ovviamente gli aspetti superficiali della realtà, il disimpegno, l’esteriorità, in perfetta sintonia con la civiltà dell’immagine che contraddistingue la nostra epoca. Se è vero che i “mass-media” hanno consentito un’ampia circolazione di idee, informazioni, esperienze, culture diverse, determinando così una “democratizzazione del sapere”, è pur vero che si è avuta anche una sostanziale “massificazione” della cultura, dei gusti e degli interessi, opera anche di un consumismo culturale, di una “mercificazione” del prodotto culturale.